venerdì 29 aprile 2011

LAGO di VICO - Interrogazioni senza risposte

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Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta n. 4-09374

presentata da DONATELLA FERRANTI

mercoledì 10 novembre 2010, seduta n.393

FERRANTI. -
Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

le acque del lago di Vico versano in una grave situazione, sulla quale da tempo è stato sollecitato un intervento del Ministro interrogato, d'intesa con le altre competenti istituzioni, al fine di adottare urgenti e adeguati provvedimenti per il risanamento del lago, per la salubrità delle acque e la tutela della salute dei cittadini di Caprarola e Ronciglione;

ad oggi non risulta che il Ministero della salute abbia fin qui esercitato una adeguata, tempestiva, efficace azione, e la situazione continua ad essere molto preoccupante;

un quadro della situazione si evince dal recente esposto inviato dall'«Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)» al Commissario europeo all'ambiente il 24 maggio 2010, avente ad oggetto «Un contributo di analisi ed una ennesima richiesta di intervento in relazione agli sviluppi della vicenda del lago di Vico dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo» sul gravissimo rischio sanitario ed ambientale derivante dal degrado e dall'inquinamento dell'ecosistema del lago di Vico;

l'esposto, oltre a fornire un quadro dettagliato, documentato e circostanziato delle problematiche ambientali e del rischio sanitario determinato dal rapido deterioramento della qualità delle acque del lago, ha indicato anche le proposte, più volte formulate, dell'Isde di Viterbo per l'avvio di una rapida ed efficace bonifica e tutela dell'intero ecosistema lacustre e per garantire acque salubri e potabili alle popolazioni di Caprarola e Ronciglione;

sono evidenti e ormai ben documentate le gravi problematiche ambientali del lago di Vico (presenza di periodiche fioriture dell'alga rossa Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina tossica e cancerogena, marcata riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque e della loro trasparenza, presenza di metalli pesanti in elevata concentrazione nelle acque e nei suoi sedimenti, e altro);

nel corso di una riunione, promossa dall'assessorato all'ambiente della provincia di Viterbo, svoltasi il 2 marzo 2010, sul tema «Attività di contrasto al degrado della qualità delle acque del lago di Vico», sono stati presentati dati che hanno evidenziato la presenza nelle acque del lago di valori elevati di Arsenico (As) e di altre sostanze tossiche e cancerogene di norma estranee alle acque del lago quali: mercurio, idrocarburi, policiclici aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di arsenico - 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) -, cadmio - 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) -, e nichel - 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS);

un recente documento del centro tecnico logistico interforze Nbc di Civitavecchia riferisce i risultati di una indagine geofisica commissionata dal Ministero della difesa per la ricerca di masse anomale interrate presso il magazzino materiali di difesa Nbc di Ronciglione (indagine che ha evidenziato la presenza di masse metalliche e non metalliche interrate in diversi punti del sito);

da questo documento emerge che da carotaggi ed analisi chimiche su campioni di terreno prelevati sono stati rilevati valori di arsenico superiori a quanto previsto dalla normativa in vigore e pertanto il sito militare in prossimità del lago risulta contaminato;


i comuni di Caprarola e Ronciglione utilizzano per la maggior parte acque captate dal lago di Vico;

le acque, in relazione alla loro classificazione, devono subire un efficace processo di filtrazione e potabilizzazione prima di essere distribuite alle popolazioni per uso umano;

l'inadeguatezza della filtrazione e quindi della potabilizzazione delle acque distribuite alla popolazioni di Caprarola e Ronciglione risulta evidente da una nota del 4 gennaio 2008, con la quale il dipartimento di prevenzione - servizio igiene e sanità pubblica, sezione 4 Vetralla della Asl di Viterbo, in considerazione dei risultati degli esami effettuati dall'Arpa Lazio - sezione di Viterbo che evidenziavano la presenza di Cianobatteri - Plankthotrix spp -, proponeva ordinanza di non potabilità dell'acqua ai sindaci di Caprarola e Ronciglione;

le pregresse e le attuali condizioni di funzionamento dei potabilizzatori comunali sembrano non garantire in modo completo ed efficace la potabilità delle acque captate dal lago e tale situazione accresce la preoccupazione per il rischio sanitario al quale sono state esposte e sono esposte le popolazioni, anche in considerazione della presenza dei nuovi ed eterogenei elementi inquinanti rilevati di recente nelle acque del lago e nei suoi sedimenti;

l'Isde, per le ragioni esposte, ribadisce la necessità e il dovere che gli enti preposti programmino e diano inizio a studi di monitoraggio e sorveglianza di lungo periodo dello stato di salute delle popolazioni di Caprarola e Ronciglione;

l'arsenico, in considerazione della sua cancerogenicità e tossicità e della possibile interazione con le altre sostanze tossiche derivanti dal degrado e dall'inquinamento del lago di Vico, dovrebbe essere monitorato con una frequenza di sicuro maggiore rispetto a quanto fatto finora e secondo quanto prescritto e disposto dal decreto legislativo n. 31 del 2001 all'articolo 8, comma 1, che, in situazioni di criticità delle acque, impone di aumentare i controlli rispetto a quelli effettuati di routine in modo tale da «garantire la significativa rappresentatività della qualità delle acque distribuite durante l'anno, nel rispetto di quanto stabilito dall'allegato II»;

è del tutto evidente inoltre che devono essere indagate ed individuate provenienza e responsabilità per le sostanze tossiche e cancerogene rilevate nel lago di Vico che di norma sono estranee agli ecosistemi lacustri;

l'Isde ritiene necessario ed urgente, anche in considerazione degli elementi tossici rilevati nei sedimenti del lago, un monitoraggio più frequente di tutte le sostanze tossiche che possano essere presenti nelle acque destinate a consumo umano, in quanto esiste la possibilità che gli elementi inquinanti presenti nei sedimenti possano essere mobilizzati e captati dalle prese degli acquedotti comunali anche in concentrazioni dannose per la salute soprattutto se il livello delle acque del lago dovesse essere ridotto;

è inoltre un dato scientificamente acquisito che più elementi tossici e/o cancerogeni possono determinare rischio e danno alla salute con meccanismi di interazione ed amplificazione diversi da quello della sola e semplice sommazione delle diverse concentrazioni dei singoli elementi nocivi;

relativamente all'arsenico, presente nelle acque e nei sedimenti del lago di Vico, è noto che 1'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) classifica questo elemento come cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con diverse patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute;

il lago di Vico è una risorsa idrica fondamentale per l'intero territorio viterbese oltre ad essere un'area di inestimabile valore paesaggistico, naturalistico ed economico per le tante attività legate al turismo: deve essere subito protetto, tutelato e risanato e questo è possibile attraverso l'uso di specifiche tecnologie di bonifica, interventi mirati di studio, monitoraggio e l'eliminazione di ogni fonte di inquinamento;

nell'ultima seduta del tavolo tecnico istituito dalla provincia di Viterbo sull'emergenza delle acque del lago di Vico del 7 ottobre 2010 la rappresentante dell'«Associazione italiana medici per l'ambiente» ha esposto la situazione attuale esprimendo apprezzamento per tutte le iniziative delle istituzioni messe in programma per il risanamento e la tutela dell'ecosistema del lago di Vico ma al tempo stesso ribadendo la forte preoccupazione per i possibili rischi sanitari connessi al ben documentato degrado della qualità delle acque del lago;

il Servizio igiene, alimenti e nutrizione e il dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanità pubblica - sezione 4 Vetralla - della Asl di Viterbo hanno inviato già in data 8 luglio 2010 le comunicazioni n. protocollo 34971 e n. protocollo 34972 rispettivamente al sindaco di Caprarola e a quello di Ronciglione, nelle quali chiedevano di adottare le seguenti misure: «a) divieto di uso potabile, cioè quale bevanda abituale; b) divieto d'incorporazione in alimenti prodotti da industrie alimentari; c) divieto di utilizzo per la cottura di alimenti di consumo familiare e nelle attività di ristorazione collettiva...» e invitavano i due sindaci a disporre: «l'espletamento di un approvvigionamento idrico alternativo mediante l'utilizzo di acqua idonea al consumo umano erogata da autobotte al fine di poter garantire un livello essenziale di assistenza alla popolazione, in alternativa alle limitazioni d'uso imposte per l'acqua»;

1'«Associazione italiana medici per l'ambiente» ha chiesto che, per quanto esposto, nel rispetto del principio di precauzione e delle già citate comunicazioni dei servizi della Asl di Viterbo, tutte le istituzioni e gli enti preposti attuino al più presto interventi e programmi tali da garantire con assoluta certezza acque salubri e pulite ai cittadini di Caprarola e Ronciglione e che, in attesa di questi interventi, sia erogata acqua da fonti alternative a quella lacustre -:

quali misure urgenti, sia di natura normativa che finanziaria, i Ministri interrogati intendano assumere affinché si possa avviare un programma di risanamento della zona in questione e sia salvaguardata la salute delle popolazioni locali attraverso il necessario ripristino di acque salubri e pulite. (4-09374)

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